Tokyo Diaries 'zine

Tokyo è una città affascinante in cui è difficile non lasciare il cuore, specie se tra i libri di fotografia che ti hanno formato ed ispirato si trovano titoli quali "Memories of a dog" di Daido Moriyama.
una città tentacolare, che come molte città, negli ultimi anni, ha mutato forma ed aspetto.
L' Overtourism, come in molte città, colpisce ogni luogo e Tokyo non ne è esclusa. Vuoi perché ultimamente con la complicità di una moneta più conveniente ha attratto molto turismo, o perché è uscito Perfect Days di Wenders o perchè qualche influencer ha preso di mira certi luoghi ma in questo ritorno ho trovato una Tokyo mutata profondamente.

Alcuni amici locali mi avevano messo in guardia su tutto ciò. "Troverai Tokyo profondamente cambiata" é stato un avvertimento costante, assieme a "Noi fotografi ormai evitiamo Shibuya come la peste" ed in effetti è stato così. Tristemente vero.


Post pandemia, non ci ero più tornato, per molti motivi.

Il Golden Gai ora espone cartelli in cui per entrare nei locali c'è una cernita Tourist/No Tourists oltre ai tristissimi "No photo please" per tentare di preservare un minimo di Privacy dei clienti e dei gestori che ormai sono esausti dalla mole di fotografi che passa, scatta e va oltre senza un minimo di rispetto, Shibuya è pieno di gente che nell'incrocio fa pazzie di ogni tipo: salti mortali, si siede per terra, corre vestita come qualche personaggio di qualche cartone animato.

Ma Tokyo è una città tentacolare, enorme, non finisce. Basta spostarsi fuori e si smette di essere parte del problema, a poche decine di minuti da certi luoghi ormai esplosi. Gli Izakaya tornano ad essere luoghi per locals, piccole e sconosciute gallerie sono fonte di ispirazioni fotografiche virtualmente infinite, si può assaporare il silenzio e la quotidianità senza andare nei luoghi più blasonati. Come Parigi, Berlino, Londra...le dimensioni aiutano, si può vincere tutto questo.

Si può visitare e conoscere, ma con rispetto.

Lontani dalle luci al neon, si ritrova Tokyo, autentica quanto basta per non essere come chi a NY cerca lo skater, in India la ragazza Afghana e a Tokyo la folla con le mascherine, o i bar di Memory lane, già documentati a sufficienza da Daido per quanto mi riguarda.

Ho provato a fotografare e raccontare una Tokyo personale, fatta di frammenti e di poesie, di Jazz bars in cui si ascolta ma non si parla che vi scongiurano di non mettere nulla su Instagram, per evitare di finire nel circolo assurdo di questi mezzi che ci stanno rubando l'esistenza e il senso.


Questo piccolo libro, nella sua micro-edizione da 50 copie che difficilmente ristamperò, disponibile in:


Un lavoro a cui tengo molto. Liberamente ispirato, o copiato se preferite, dai libri che si trovano nel quartiere di Jinbōchō che per molti motivi, adoro...

tokyo diaries by gabriele lopez




Tokyo Diaries

10x21 cm

Carta Woodstock Betulla, Filo refe

First edition of 50 copies

64 pages
















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